venerdì 7 dicembre 2012

...Ritorna!

vignetta di qualche anno fa.. più attuale che mai!

lunedì 21 giugno 2010

Quo vadis, Silvio?

Penultimo numero di Scaricabile...



lunedì 3 maggio 2010

Scaricabile n° 30

finalmente è uscito Scaricabile! Questa volta il mio fumetto si intitola "EcoSilvio"

lunedì 12 aprile 2010

Scaricabile speciale ministri

Un numero speciale su tutti i minstri del nostro regno, a me è toccato Sacconi...


lunedì 5 aprile 2010

La chioccia e la covata


E' sempre colpa del solito complotto interazionale, eh? Dov'è che l'ho già vista questa strategia? Ah si, Papi...

ScaricaBile 29


giovedì 25 marzo 2010

Gigantesca diga italiana in Etiopia: a rischio la vita di 200.000 indigeni e la biodiversita` del fiume Omo


Survival lancia una campagna urgente

Nella bassa Valle dell’Omo, in Etiopia, la sopravvivenza di 200.000 persone è messa a rischio dal progetto Gibe III, un’enorme diga destinata a distruggere un ambiente ecologicamente molto fragile e tutte le economie di sussistenza legate al fiume e ai cicli naturali delle sue esondazioni.

Per prevenire le conseguenze catastrofiche del progetto, l’organizzazione per i diritti umani Survival International ha lanciato una grande campagna internazionale. Survival chiede al Governo etiope di sospendere i lavori di costruzione, appaltati alla società italiana Salini Costruttori, e raccomanda ai possibili finanziatori – tra cui la Banca Africana di Sviluppo (AfDB), la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), la Banca Mondiale e anche il Governo italiano attraverso la Cooperazione allo Sviluppo – di non sostenere il progetto.

La società Salini è la stessa azienda costruttrice dell’impianto idroelettrico Gilgel Gibe II parzialmente collassato pochi giorni dopo la sua inaugurazione, avvenuta il 25 gennaio scorso alla presenza del Ministro degli Esteri Frattini.

L’interruzione delle piene del fiume provocata dalla Gibe III potrebbe avere conseguenze catastrofiche sulle vite di tutti i popoli della valle, già da tempo messe a dura prova dalla progressiva perdita di controllo e di accesso alle loro terre. La loro sicurezza alimentare dipende infatti da una varietà di tecniche di sostentamento che si alternano e completano a vicenda con il mutare delle stagioni e delle condizioni climatiche: dalle coltivazioni di sorgo, mais, fagioli nelle radure alluvionali lungo le rive dell’Omo, alla pesca, alla pastorizia praticata nelle savane e nei pascoli generati dalle esondazioni.

La diminuzione del pesce, per esempio, potrebbe portare allo stremo la piccola tribù di cacciatori-raccoglitori Kwegu. Sei membri della tribù, tra cui due bambini, sono già morti di fame per il mancato arrivo delle piogge e delle piene.

Nella Valle dell’Omo, il governo etiope progetta anche di affittare vaste aree di terra indigena a compagnie e governi stranieri per coltivazioni agricole su larga scala, biocarburanti inclusi. Per l’irrigazione verrà attinta acqua dalla diga.

La maggior parte dei popoli colpiti non sa nulla del progetto e il governo si sta avventando contro le organizzazioni tribali. L’anno scorso, nella parte meridionale del paese le autorità hanno sciolto almeno 41 associazioni locali rendendo impossibile il dialogo e lo scambio di informazioni sulla diga tra le varie comunità.

Il fiume Omo è il principale affluente del famoso Lago Turkana del Kenia. Modificando la portata del fiume, la costruzione della diga minaccia anche la sopravvivenza di circa 300.000 persone che pescano e pascolano le loro mandrie sulle sponde del lago. La valle dell’Omo e il Lago Turkana sono ambienti di straordinaria importanza archeologica e ambientale, dichiarati entrambi Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

“Per le tribù della valle dell’Omo” ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival, “la diga Gibe III sarà un cataclisma di ciclopiche proporzioni. Perderanno le loro terre e tutti i loro mezzi di sussistenza ma, ciò nonostante, ben pochi sanno cosa sta per accadere. Nell’assegnazione dei lavori, il governo etiope ha violato la sua costituzione e la legge internazionale. Nessuno ente degno di rispetto dovrebbe finanziare questo atroce progetto."

Survival International, in cordata con le associazioni Campagna per la Riforma della banca Mondiale, Counter Balance coalition, Friends of Lake Turkana e International Rivers, ha lanciato una petizione internazionale per fermare la diga.

Alcuni numeri della diga Gibe III:

  • La diga raggiungerà i 240 metri di altezza diventando la più alta dell’Africa.
  • Il bacino sarà lungo 150 km.
  • Il costo originariamente preventivato per la sua realizzazione: 1,4 miliardi di euro.
  • I lavori di costruzione sono iniziati nel 2006 e dovranno essere completati nel 2012.
  • La diga avrà una potenza di 1870 MW (più del doppio dell’attuale potenza installata nel paese).

Firma subito la petizione!

Per ulteriori informazioni:
Francesca Casella – 02 8900671 – ufficiostampa@survival.it

lunedì 15 marzo 2010

voci bianche, coscienze nere: cosi fan tutti, secondo Messori...


Dopo gli orribili scandali di pedofilia nella chiesa cattolica americana e irlandese, vengono a galla anche i misfatti nel resto d`Europa: Germania, Lussemburgo, Olanda...
La Chiesa da un lato afferma che fara` completa chiarezza sui fatti, dall'altro stempera l'opinione pubblica per mezzo dei suoi portavoce. Tra questi val la pena leggere cosa ha scritto Vittorio Messori sul Corriere della sera dell'11 marzo 2010. Questo il succo dell'articolo: se ci sono i pedofili la colpa e` da attribuire alla rivoluzione sessulale del '68; la pedofilia esiste dappertutto eppure fa scandalo solo se si scopre nella Chiesa Cattolica (e grazie tante, gli altri pedofili non hanno la faccia tosta di venire anche a moralizzarti; guardiamo poi le statistiche di incidenza della pedofilia e confrontiamole con le altre categorie...) e porta numerosi esempi personali, di come si sia trovato faccia a faccia con pedofili laici (sicuro sicuro che non fossero della chiesa??) e di come se la sia svignata senza denunciare nessuno, lasciando quei pedofili al loro posto, a rovinare bambini. La conclusione dell'articolo e` che il polverone che si alza quando si scopre la pedofilia nella chiesa cattolica e` da attribuire agli alti valori che si riconoscono a tale chiesa, molto piu` forti che in qualsiasi altra religione, partito, cosa, quindi e` logico che lo scoprire tali cosucce crei molto piu` scompiglio che altrove. In pratica tutto a posto cosi, ma allora, perche` prenderne le difese in modo cosi scomposto e sconclusionato?

Altri commenti interessanti all'articolo di Messori (che ha il copyright quindi non ve lo posto...):
Messori, la pedofilia e il '68
Perche solo il Vaticano fa notizia? Vittorio Messori e i preti pedofili

Un aggiornamento dall'agenzia Reuters:

Usa: abusi su bimbi, prete impunito, NY Times accusa Ratzinger

Malgrado le ripetute denunce di arcivescovi americani, un sacerdote - morto 12 anni fa - che abusò di 200 bambini sordi è rimasto impunito per decisione delle autorità vaticane, tra le quali il cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI.

Qui la notizia, dove si elencano tutte le prove.

mercoledì 10 marzo 2010

Scarica-Bile 28

In ScaricaBile 28:

lunedì 22 febbraio 2010

Berlusconi e le belle ragazze dell'Albania






Da Amnesty international sez. italiana

Dalla scrittrice albanese Elvira Dones riceviamo questa lettera aperta al premier Silvio Berlusconi in merito alla battuta del Cavaliere sulle "belle ragazze albanesi". Durante il recente incontro con Berisha, il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania. Poi ha aggiunto: "Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze".

"Egregio Signor Presidente del Consiglio,
le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."

Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.

Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel 'puttana' sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.

Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo "Sole bruciato". Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.

In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.

* Elvira Dones, scrittrice-giornalista.

Nata a Durazzo nel 1960, si è laureata in Lettere albanesi e inglesi all?Università di Tirana. Emigrata dal suo Paese prima della caduta del Muro di Berlino, dal 1988 al 2004 ha vissuto e lavorato in Svizzera. Attualmente risiede negli Stati Uniti, dove alla narrativa alterna il lavoro di giornalista e sceneggiatrice.

lunedì 15 febbraio 2010

martedì 2 febbraio 2010

Caccia selvaggia


COMUNICATO: NO ALLA CACCIA TUTTO L’ANNO. MOBILITIAMOCI !



Comunicato della LAC dell’1 febbraio 2010



*Il Senato approva la caccia senza limiti temporali. *

*Bisogna mobilitarsi subito per scongiurare il via libera della Camera!*



Il 28 gennaio 2010 il Senato ha approvato l'articolo 38 della Legge
comunitaria, che cancella i limiti della stagione venatoria, attualmente
compresi tra il 1° settembre ed il 31 gennaio, lasciando alle Regioni il
compito di fissarli. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera.

Sono stati ignorati i pareri negativi del Ministero dell'Ambiente e
dell'ISPRA. È stato ignorato l'appello di circa 150 associazioni di
cittadini, professionisti, naturalisti, escursionisti, fotografi. Vi è
ora il pericolo che gli uccelli vengano cacciati durante la
nidificazione, la riproduzione e la dipendenza e durante la migrazione
verso i luoghi di riproduzione, con gravissime conseguenze sulla
consistenza delle loro popolazioni, ed in violazione della direttiva
sulla conservazione degli uccelli selvatici e della nuova direttiva n.
2009/147/CE del 30 novembre 2009 che entrerà in vigore il 15 febbraio 2010.

Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto ha commentato: /“Una
regione come il Veneto, che dell’estremismo venatorio ne ha fatto una
bandiera, approfitterebbe subito di questa legge per far cacciare in
estate ed in primavera. Fortunatamente il provvedimento deve ancora
ottenere l’approvazione della Camera. Chiediamo a tutti i cittadini di
scrivere una email di protesta ai firmatari della legge, di votare un
sondaggio sulla caccia, di inviare fotografie ad un quotidiano nazionale
e di fare mente locale sull’appartenenza politica di chi vuole la caccia
alle coppie di animali selvatici nel periodo di cova o accompagnate dai
pulcini o cuccioli.”///
qui puoi vedere chi dei "nostri rappresentanti" ha votato la porcata

mentre qui puoi firmare la petizione LIPU

nei commenti allego le mail dei signori che hanno approvato questa legge, nel caso vogliate esprimere loro quanto apprezzate la loro condotta, sono tutti del PDL, Lega nord, Casini, ma non manca un genio del PD!

lunedì 25 gennaio 2010

Scarica-bile 26

Il Lazzaro (ne): come morirà il Berlusca? Lo scoprirete a pag. 13...

domenica 24 gennaio 2010

Anteprima


Domani su ScaricaBile il post mortem del cavaliere